Mezzi pubblici gratis per tutti
In vista del vertice a Bruxelles, rivolto ai paesi (tra cui l’Italia) in procedura di infrazione per problemi legati alla qualità dell’aria ed ai superamenti di NO2 e PM10, sono stati pubblicati due rapporti sull’inquinamento atmosferico nelle città.
Secondo i dati riportati da “Mal’aria”, dei 39 capoluoghi analizzati da Legambiente, addirittura cinque capoluoghi hanno oltrepassato la soglia di 100 giorni di smog oltre i limiti: Torino, con 112 giorni, guida la classifica, poi Cremona (105), Alessandria (103), Padova (102) e Pavia (101).
Greenpeace, nel suo rapporto, ci parla invece di biossido di azoto (NO2): le città più colpite sono Palermo, Milano, Torino e Roma individuando. Attraverso 40 monitoraggi in 40 giorni diversi presso altrettanti istituti scolastici 39 monitoraggi su 40 hanno rilevato concentrazioni di NO2 superiori ai 40 microgrammi per metro cubo (μg/m3), valore individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana.
Purtroppo, come spiega anche il documento, il biossido di azoto è classificato tra le sostanze certamente cancerogene e negli ambienti urbani proviene per il 70-80% dal settore trasporti (in massima parte dai motori diesel) ed in Italia si vendono ancora più auto diesel (56% del venduto tra gennaio e ottobre 2017 contro una media europea del 45%) e circolano auto e camion tra i più vecchi d’Europa.
Secondo Legambiente bisognerebbe sostenere e accelerare il potenziamento del trasporto pubblico locale, magari pensando alla sua trasformazione a “completamente elettrico”.
Anche in Germania ci hanno pensato e la proposta è semplice: trasporti pubblici gratuiti nei centri urbani. Una scelta decisamente radicale che viene condita da zone urbane riservate a veicoli a zero emissioni e incentivi per l’acquisto di vetture elettriche e car-sharing…
Potrebbe funzionare ma.. Chi paga?
I costi della operazione non sarebbero indifferenti: costi dei biglietti, acquisto di mezzi elettrici o ad idrogeno, aumento delle linee e delle corse, personale, infrastrutture, punti di ricarica… si parla di 12-13 miliardi di euro per anno
E poi… Funzionerebbe davvero?
Qualcuno ci ha già provato.
A Tallinn, in Estonia, è stata introdotta tale gratuità, l’incremento nell’utilizzo dei mezzi pubblici durante il primo anno è stato dell’appena 3%…
Come mai? Quali fattori comportamentali agiscono nelle scelte sull’utilizzo dei mezzi pubblici?
Da uno studio del dipartimento di Scienze dei Trasporti del Royal Institute of Technology di Stoccolma per avere effetto sulla fascia di utenti del reddito più elevato diventano fondamentali le corse frequenti (e puntuali) e i tempi di percorrenza devono essere accettabili. Ma sono i fattori comportamentali che vanno ad incidere realmente sulla scelta di usufruire del trasporto pubblico lasciando a casa l’auto e quindi è di questi è indispensabile tenere conto. Ma quali sono? Sono state recentemente pubblicate alcune ricerche anche in questo settore, che suggeriscono alcune linee di intervento:
- in tema di trasporto le decisioni sono fortemente abitudinarie e quindi bisogna modificarle senza interventi radicali;
- il possibile utente sovra-sottostima il tempo di percorrenza ed il prezzo legato alla specifica tipologia di trasporto, le informazioni sono poche e poco salienti e di difficile comparazione. Si chiamano quindi in causa “scorciatoie mentali” per cui: “usiamo l’auto”;
- il cittadino non ha feedback in tempo reale sulle conseguenze ambientali di una singola scelta che permetta di dimostrare la virtuosità dell’utilizzo abitudinario della mobilità pubblica;
- gli individui sono influenzati dai loro pari ed un erronea diffusione dell’utilizzo del bus e della metro può causare una maggiore circolazione di vetture private.
Bisognerà quindi aspettare e capire se la politica tedesca terrà conto di questi importanti fattori e come l’Italia pensi di affrontare queste problematiche.