I requisiti di progettazione di un edificio sostenibile
Cos’è un edificio sostenibile?
Un edificio sostenibile è una struttura progettata, costruita, ristrutturata e gestita in modo da produrre un impatto positivo sull’ambiente, sull’economia e sulla società durante tutto il suo ciclo di vita.
Il concetto è stato sviluppato nel 1970 in risposta alla crisi energetica e alle crescenti preoccupazioni riguardo l’ambiente dovute all’inquinamento.
Perché progettare un edificio sostenibile?
La progettazione di un edificio sostenibile si pone come obiettivo il realizzare un’architettura compatibile non solo con la vita dell’uomo e le sue attività ma anche con l’ambiente naturale e, più in generale, con il contesto in cui si inserisce: un’architettura che sia in grado di soddisfare le necessità della generazione presente senza compromettere la capacità di quelle future di rispondere alle loro.
Ma come si progetta un edificio sostenibile? E quali sono i requisiti per valutarne la sostenibilità?
L’ottenimento di elevati livelli prestazionali è possibile solo attraverso una progettazione integrata e di coordinamento per creare un edificio armonioso in tutte le fasi di ristrutturazione o di nuova costruzione.
Per coordinare risorse tecniche e aree operative coinvolte è estremante utile farsi guidare dai criteri di sostenibilità raccolti nei protocolli di sostenibilità. Infatti, la sostenibilità di un edificio è valutata attraverso protocolli e sistemi di certificazione che stimano l’efficienza energetica e l’impatto della costruzione sull’ambiente durante tutto il suo ciclo vitale, tra i principali:
- – la norma ISO 21930:2007 (Sustainability in Building Construction),
- – il Green Building Council’s Leadership in Enviromental Design (LEED) negli USA,
- – il Code for Sustainable Homes in Gran Bretagna,
- – i protocolli Breeam, Casaclima, Itaca, Well.
I protocolli di sostenibilità sono molto utili anche nella verifica dell’applicazione dei Criteri Minimi Ambientali (CAM) definiti nel decreto 11-10-2017 ed obbligatori per la Pubblica Amministrazione nei casi di nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici.
I criteri di valutazione della sostenibilità
I criteri di valutazione, sui quali la progettazione di un edificio sostenibile deve fondarsi, riguardano:
- la sostenibilità del sito,
- il consumo dei materiali e delle risorse sia idriche che energetiche,
- i carichi ambientali,
- la qualità ambientale interna,
- la qualità del servizio inteso come controllabilità, regolazione e prestazioni dell’edificio,
1. La sostenibilità del sito valuta aspetti del territorio in cui l’edificio è inserito: dal suo riutilizzo, privilegiando i suoli già antropizzati; all’accessibilità al trasporto pubblico, cioè alla presenza di una rete di trasporto pubblico efficiente che favorisca gli spostamenti minimizzando il trasporto su gomma; al supporto all’uso di biciclette, all’adiacenza delle infrastrutture (acquedotto, rete elettrica, gas e fognatura).
2. Nella sezione del consumo di materiali e di risorse idriche ed energetiche devono essere calcolati dei parametri e degli indicatori che permettono di valutare:
- – la prestazione energetica dell’edificio, in termini di performance dell’involucro al fine di ridurre il fabbisogno energetico della struttura, ed in termini impiantistici, al fine di produrre la bassissima quota di energia necessaria attraverso fonti di energia rinnovabili e sistemi altamente efficienti;
- – il fabbisogno idrico dell’edificio e della sua area esterna di pertinenza, che può essere ridotto attraverso l’utilizzo di dispositivi per la riduzione dei consumi di acqua (areatori frangi getto, riduttori di flusso, vaschette a doppio tasto), l’installazione di impianti di raccolta, trattamento e riutilizzo delle acque grigie prodotte dall’attività dell’edificio, l’impiego di piantumazioni a basso fabbisogno idrico.
- – l’impiego di materiali riciclati, recuperati o da fonti rinnovabili e certificati, cioè dotati di marchi o dichiarazioni ambientali, al fine di ridurre il consumo di risorse per la costruzione di nuovi materiali e minimizzare l’impatto ambientale dell’edificio anche a fine vita.
3. Per carichi ambientali si intendono tutti gli output che la struttura durante il suo funzionamento può riversare nell’ambiente esterno: emissioni di anidride carbonica, rifiuti solidi, acque reflue. Inoltre, viene preso in esame come l’edifico può impattare sull’effetto isola di calore che può essere ridotto attraverso l’impiego di materiali da costruzione con un basso Solar Reflectance Index (SRI).
4. La qualità ambientale interna permette di valutare all’interno dell’edificio il comfort illuminotecnico, termo-igrometrico, acustico e della qualità dell’aria. I parametri calcolati in quest’area di valutazione sono determinanti per stabilire i requisiti fondamentali nella progettazione.
5. Infine, l’ultima area di valutazione riguarda l’automazione per il controllo, la regolazione e la gestione delle tecnologie dell’edificio e degli impianti termici al fine di poter aumentare il livello di risparmio energetico, comfort e sicurezza degli utenti.
Una nuova impostazione
Oggi l’impostazione della progettazione deve essere cambiata, per costruire edifici sostenibili non è più possibile progettare a compartimenti stagni, ma è necessaria una progettazione integrata, e sono proprio i meccanismi e gli strumenti di valutazione della sostenibilità che devono rappresentare la guida di questo processo.
Esempi di edifici sostenibili
Il Beddington Zero Energy Development, BedZED, si trova a Sutton, Londra. Si tratta del primo insediamento a zero emissioni di CO2: 87 case, 17 appartamenti, 1405 m2 commerciali, senza emissioni fin dal momento della sua costruzione.
Tutti i materiali naturali e riciclati provengono da un raggio di 60 chilometri e i mobili degli appartamenti sono in plastica riciclata. Le case sono tutte dotate di pannelli fotovoltaici e di convogliatori d’aria per la ventilazione meccanica degli ambienti interni. L’acqua piovana e l’acqua di scarico vengono raccolte, depurate e usate dagli abitanti del quartiere per irrigare le piante.
Heliotrope (1994) è stato il primo edificio al mondo a produrre più energia di quella consumata. La struttura dell’edificio ruota fisicamente seguendo il percorso del sole, il che permette di ottimizzare l’illuminazione degli spazi interni e ridurre l’uso di luci artificiali.
Possiede 56 mq di pannelli fotovoltaici, una fonte geotermica, un micro-cogeneratore e dei pannelli solari per la produzione di acqua calda. L’isolamento termico permette, inoltre, di ridurre considerevolmente i consumi energetici producendo più energia di quella di cui l’abitazione ha bisogno.
di Marta Boschetto
Iscriviti alla nostra newsletter!