Guadagnare con le rinnovabili
Le rinnovabili non sono un costo, ma un guadagno, basta saper contare.
All’interno della ricerca “Il Global Cost dell’energia e gli effetti dello sviluppo delle rinnovabili” condotta da Althesys sono stati tracciati due scenari: uno prevede di mantenere una quota di generazione FER del 38% sulla domanda elettrica del 2030 (345TWh) l’altro invece ipotizza una maggiore penetrazione delle FER elettriche sino a raggiungere il 55% della domanda.
Nel primo caso i benefici netti (sottraendo già il computo dei costi) per l’Italia ammonterebbero a 29 miliardi di euro che balzerebbero a 104 nel secondo, senza contare i vantaggi per la salute e per l’ambiente.
A queste evidenze, però, non segue automaticamente che si faccia efficienza energetica. La materia infatti è complessa e non ancora conosciuta a sufficienza. Il modello Esco con contratti a performance garantite e finanziamento tramite terzi è in crescita, ma ben lungi dalle esigenze, e peraltro ancora ignoto a molti potenziali acquirenti. E comunque non basta proporre soluzioni di questo tipo per convincere i potenziali clienti a procedere con la realizzazione dei progetti, né è talvolta sufficiente presentare interventi con tempi di ritorno eccellenti per vederseli approvati.
Bisogna quindi ricercare le motivazioni delle ragioni del “no”.
Sicuramente gioca un ruolo fondamentale l’informazione di base: è sicuramente ben diverso offrire un prodotto cercato dal compratore o uno sconosciuto a quest’ultimo.
Bisognerebbe quindi affrontare e vedere l’efficienza energetica in modo olistico, insieme ai cosiddetti benefici non energetici, legandoli quindi al core business nei confronti della committenza.
La figura qui sotto, tratta da una pubblicazione dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), aiuta a capire le molteplici relazione che intercorrono tra un progetto di efficientamento energetico e gli altri aspetti legati alla gestione di un’organizzazione.
Data l’importanza del tema, seguiamo le varie voci.
- Risparmi energetici: il beneficio ovvio, si determina un risparmio economico in grado di consentire il recupero dell’investimento sostenuto.
- Emissioni climalteranti: la riduzione dei consumi accompagna la riduzione delle emissioni che crea riflessi positivi anche sui costi legati alle politiche come l’emission trading.
- Sicurezza energetica negli approvvigionamenti: l’instabilità politica recente rende evidente quanto sia fondamentale fare efficienza per ridurre il rischio connesso all’indisponibilità delle fonti.
- Fornitura di energia: un elevato livello di efficienza migliora le condizioni di vita e la possibilità di aprire linee produttive anche in aree mal servite.
- Prezzo dell’energia: il rischio dell’aumento del prezzo dell’energia è parzialmente ridotto.
- Effetti macroeconomici: sono gli aspetti legati all’impatto positivo sul mercato, alla maggiore disponibilità di risorse per le aziende ed al miglioramento del saldo import-export.
- Produzione industriale: per qualsiasi impresa una migliore efficienza energetica comporta risorse libere per altre attività e una maggiore stabilità di budget.
- Contrasto alla povertà energetica: l’efficienza è fondamentale per garantire comfort abitativo a tutte le fasce di popolazione.
- Salute: minore consumo = minori emissioni = minori costi sanitari.
- Occupazione: l’efficienza energetica richiede il coinvolgimento di diverse figure.
- Inquinamento locale: si abbassano le emissioni, i composti organici volatili, l’inquinamento termico e si contribuisce a migliorare le performance aziendali anche riducendo l’impatto sul personale e sul circondario.
- Gestione delle risorse: grazie all’efficientamento si beneficia anche delle minori risorse impiegate.
- Spesa pubblica: si liberano risorse per altre attività e si riduce indebitamento pubblico.
- Risorse disponibili: dall’efficienza energetica nasce sempre un risparmio economico che può essere indirizzato verso il core business dell’azienda.