F.S.E. - L'approccio prestazionale della Fire Safety Engineering
Di cosa si tratta?
La Fire Safety Engineering è un nuovo approccio alla prevenzione incendi, alternativo ai più classici metodi prescrittivi. Questo nuovo metodo di progettazione supera i limiti imposti dalle normative verticali introducendo metodi di calcolo e simulazioni ingegneristiche atte a simulare la reale dinamica dell’incendio e degli eventi ad esso direttamente connessi quali l’esodo delle persone, la propagazione dei fumi e la risposta strutturale degli edifici sotto le azioni termiche.
I modelli matematici dell’incendio vengono di volta in volta tarati e personalizzati sulle reali condizioni presenti all’interno della singola attività; in tal modo si possono realmente fornire valutazioni quantitative dell’evento incidentale e progettare specifiche misure di prevenzione antincendi oltre che a definire efficaci procedure di gestione dell’emergenza.
L’approccio in Italia
In Italia l’Ingegneria Antincendio è stata introdotta per la prima volta con il D.M. 9 maggio 2007 ma solo grazie all’emanazione del D.M. 3 agosto 2015 (RTO – nuovo codice di prevenzione incendi) , la metodologia ha preso maggior importanza e libertà di applicazione. Grazie alle nuove norme vigenti è ora possibile applicare il metodo prestazionale (FSE) anche senza fare ricorso alla deroga, sfruttando così appieno la sua estrema flessibilità.
Quali sono i vantaggi?
Rispetto ai comuni metodi prescrittivi è possibile affrontare la progettazione antincendi focalizzando l’attenzione sui veri obiettivi da raggiungere:
– sicurezza ed incolumità delle persone
– tutela dei beni e dell’ambiente
Il metodo ingegneristico è applicabile sia negli edifici nuovi che negli esistenti, svincolandosi dai limiti prescrittivi delle normative verticali e potendo così:
– realizzare compartimenti di maggior dimensione,
– gestire vie di esodo di maggior lunghezza,
– ridurre ed in molti casi azzerare i costi inerenti la protezione al fuoco delle strutture.
– risolvere problematiche non autorizzabili secondo gli ordinari approcci normativi, garantendo i più elevati standard di sicurezza, personalizzando le scelte progettuali sulle singole specifiche esigenze dei committenti.
Di ogni misura alternativa è possibile quantificarne realmente l’effetto, misurandone l’impatto effettivo. Inoltre, rispetto all’approccio ordinario in cui la scelta del gruppo di misure di sicurezza è aleatorio, diviene misurabile l’effetto sulla sicurezza complessiva apportata dalle singole componenti (rilevatori di fumo, evacuazione naturale o forzata dei fumi, impiego di materiali incombustibili, tipologie differenti di impianti sprinkler).
L’iter di applicazione
L’approccio FSE alla sicurezza antincendio è generalmente caratterizzato dal seguente iter:
– PRIMO STEP: definizione, in collaborazione con l’organo di vigilanza e la committenza, dei possibili scenari incidentali caratteristici dell’attività, e di conseguenza evidenza di livelli ed obiettivi di sicurezza.
La formalizzazione di questo primo step avviene attraverso la stesura di una relazione tecnica d’approccio, firmato congiuntamente dal progettista e dal titolare dell’attività.
– SECONDO STEP: analisi quantitativa degli effetti dell’incendio in relazione agli obiettivi assunti; simulazioni numeriche d’incendio (svolte mediante software di comprovata affidabilità).
I risultati delle analisi sono così confrontati con i livelli di prestazione e gli obiettivi prefissati.
In conclusione
Riassumendo, l’FSE si concentra in primis sugli obiettivi prestazionali, in termini di rischio d’incendio, necessari per esercire l’attività in sicurezza ma basandosi su avanzate valutazioni ingegneristiche.
La valutazione del rischio viene così calata sul caso reale e concreto ottimizzando sia in termini di performance tecnica che economica le scelte tecnologiche e progettuali, giudicando l’adeguatezza in termini quantitativi.
di Fausto Daquarti